La sua voce, ferma e compassionevole, ha più volte richiamato l’umanità intera alla responsabilità verso il creato, alla giustizia sociale, alla pace e alla cura dei più fragili.
La sua testimonianza di umiltà, di servizio e di apertura verso l’altro rimane per tutti noi fonte di ispirazione. In particolare, il suo costante invito a costruire ponti e non muri ha rappresentato un messaggio di speranza per il nostro tempo, segnato da divisioni e conflitti.
Nel ricevere il 27 maggio 2024, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, una delegazione di monaci buddhisti thailandesi, Papa Francesco aveva ricordato:
“Nessuno si salva da solo. Possiamo essere salvati solo insieme, poiché siamo interconnessi e interdipendenti”.
Parole che risuonano profondamente anche nella nostra tradizione spirituale, che riconosce nell’interdipendenza la chiave per comprendere la realtà e coltivare una responsabilità condivisa verso ogni essere vivente.
In quell’occasione, il Papa ribadì l’invito a costruire ponti tra le fedi, affermando:
“Vi esorto a collaborare con tutti: società civile, membri di altre religioni, governi, organizzazioni internazionali, comunità accademiche e scientifiche e tutte le altre parti interessate a promuovere un’amicizia che sostenga la pace e la fraternità e costruisca un mondo più inclusivo”.
Oggi, come allora, accogliamo questo appello con gratitudine. Che il suo insegnamento continui a ispirare il cammino del dialogo, della cooperazione e dell’unità tra i popoli.
In questo momento di grande dolore, l’Unione Buddhista Italiana si unisce alla Chiesa e a tutte le sorelle e i fratelli cattolici nel rendere omaggio alla vita e all’opera di Papa Francesco. Che la sua memoria sia di benedizione.
Filippo Scianna, Presidente dell’Unione Buddhista Italiana