Associazione per la Meditazione di Consapevolezza Vipassanā

Vicolo d'Orfeo, 1 - 00193 Roma (RM) - a 200 metri da San Pietro - tel (+39) 06 6865148

Sono aperte le prenotazioni per il nuovo Seminario di Canto Corale

SEMINARIO DI CANTO CORALE condotto da DIEGO CARAVANO nei GIOVEDÌ 20, 27 APRILE, 11, 25 MAGGIO, 8, 22 GIUGNO ore 20.00-22.00 – Vicolo d’Orfeo, 1-RM. Il seminario è aperto ai Soci che desiderano far parte del Coro dell’A.Me.Co., ossia un coro composto da meditanti che amano cantare insieme coltivando l’amicizia con il Sangha. Durante la Festa dell’Estate per i 30 anni dell’A.Me.Co. che avrà luogo GIOVEDÌ 22 GIUGNO è previsto anche il saggio del Coro dell’A.Me.Co.

Diego Caravano È autore/ponte ed interprete di "Onda". È docente di canto, canto corale e wqqpianoforte al Saint Louis College of Music e di canto al conservatorio Licinio Refice di Frosinone. Dirige il Coro "Del Risuonare" e la corale dell’Associazione per la Meditazione di Consapevolezza (A.Me.Co.). È diplomato in pianoforte al conservatorio G. Martucci di Salerno ed è stato fondatore e cantante del gruppo vocale Neri per caso, del quale ha curato gli arrangiamenti e la direzione.

Le tradizioni religiose di tutti i tempi hanno sempre dato molto rilievo al momento durante il quale la comunità si riunisce per celebrare, attraverso il canto, la  fiducia e l’impegno nel cammino interiore. Partecipare al Coro è dunque una preziosa occasione per alimentare questa intenzione di cura, per sentire la vicinanza dei compagni di viaggio e  percepire la gioia della interconnessione di cuori, silenzi, voci e suoni! Non è necessario essere intonati per potersi comunque sentire parte del gruppo e assaporare la speciale armonia che si crea con il canto. Il Coro amorevolmente guidato e sostenuto dall’eccellente guida del maestro Diego Caravano,  è aperto  e accoglie chiunque decidesse di farne parte, applicando  le qualità della gentilezza e dell’accoglienza, che tanto nutrono il cuore sia di chi le pratica, sia di chi le riceve!

DEL RISUONARE

                                       ONDA (DIEGO CARAVANO)

Ci sono dei momenti particolari, durante la pratica del canto corale, che riempiono il cuore di gratitudine e meraviglia.

Brevi attimi in cui avviene l’incontro/abbraccio tra la somma dei respiri e la nitida, luminescente essenza dell’Armonia. Miriadi di risonanze impalpabili, eppure così familiari, pervadono il luogo dell’incontro, divenendo vivida e chiara rappresentazione del mondo altro.

Non è così raro che tali epifanie attraversino il canto, quando vissuto con onestà, presenza e gioia.

E’ infatti il celebrare, il servire la Musica uno dei sentieri virtuosi più naturali per dimenticare se stessi e limitare, o addirittura zittire, le ingannevoli istanze dell’ego.

I confini tra individui durante il canto, o, per meglio dire, durante la preghiera, sfumano rapidamente in una voce unica, da cui promanano energie e vibrazioni/informazioni di gran lunga superiori alla somma potenziale dei singoli cantori.

Più e più volte mi sono trovato davanti all’essenza vivida di intere comunità storiche, evocate attraverso canti tradizionali.

E’ una proprietà radiosa questa, che, pian piano, ho imparato ad associare alla sensazione che ti pervade al cospetto di un paesaggio meraviglioso: una montagna, un bosco, un corso d’acqua, il canto degli alberi al vento, il silenzio armonioso degli astri.

Cos’è il canto, se non la nostra gratitudine, che si somma a quella della natura tutta al Grande Creatore?

Troviamo in Hezrat Inayat Khan: "In sanscrito il respiro viene chiamato prā ṇa, l’essenza della vita. La voce è respiro. Il respiro che è manifestato esteriormente.”.

E’ probabile che giudizio ed autocritica si intromettano, suggerendoci che siamo stonati, o che il nostro canto è sgradevole. Molto spesso questi messaggi sono solo l’eco di giudizi esterni, interiorizzati e divenuti parte di noi.

Ma la verità è che nessuno è veramente stonato.

Ogni voce è bella ed unica, poiché racchiude l’evoluzione di un’intera specie a sé, che ciascuno di noi incarna.

Il canto, come il linguaggio, ha però bisogno di controllo costante da parte dell’udito. L’ascolto cosciente e vigile di ciò che rappresentiamo con la nostra voce educa pian piano la nostra intonazione ed il controllo consapevole degli organi fonatori.

La polifonia in questo è uno strumento straordinario, perché ci obbliga ad ascoltare gli altri, ad armonizzare con gli altri, senza però mai perdere noi stessi ed il nostro respiro.

E l’esperienza del risuonare nel flusso sonoro è molto più che affinare l’orecchio musicale.

E’ un salto, un volo nel tempo.

Una melodia cantata da un gruppo di persone, che vivono nel cuore e respirano insieme, non conosce ostacoli né forze contrarie

E’ un vento, una luce piena di Amore, che racconta del mondo da cui proveniamo; il mondo in cui tutti stiamo tornando, guidati dalla Nostalgia.

Ognuno con il suo modo e tempo.

Onda (Diego Caravano)